Un grande totem per le tribù della Campania, una divinità della creazione eterna, un occhio dormiente sugli inferi del sottosuolo.
Il Vesuvio ha un potere magnetico sulla nostra attenzione, ci mostra fiero la sua pericolosa bellezza, ci infonde energie insieme a paure.
E’ il vulcano più mediatico del pianeta, domina uno dei golfi più affascinanti del mondo, è molto temuto eppure abitato fin sopra le pendici.

Con il Monte Somma, la cui cresta si affianca al cono, formava un unico imponente vulcano poi stravolto da violente eruzioni, tra cui quella che fermò il tempo delle antiche Pompei ed Ercolano.
Con la sua lava, inoltre, il Vesuvio ha contribuito alla fertilità della Campania Felix, consentendo una straordinaria biodiversità e grandissime tradizioni enogastronomiche.
Il suo profilo visto da Posillipo è una celeberrima cartolina, in passato anche con il pennacchio di fumo silenzioso, ed è la base per migliaia di logotipi locali.

Il Parco Nazionale del Vesuvio

Trekking sul Vesuvio, panorama del golfo di Napoli (ph Gianfranco Adduci)Liberandoci da timori, metafore e iconologie, scopriamo che il Vesuvio è uno dei parchi protetti più suggestivi del pianeta, una meta imperdibile per gli amanti del trekking e dell’escursionismo in Italia.
Con i suoi oltre 50 chilometri di sentieri, pur essendo il più piccolo d’Italia, il Parco Nazionale del Vesuvio offre una grande varietà di percorsi, con differenti livelli di difficoltà.
Il Parco include anche una riserva forestale (la “Riserva Tirone“), la prima area wilderness vulcanica d’Italia (tra le pareti interne della caldera del Monte Somma e l’Atrio del Cavallo) ed un ecocampus educativo.
Questa ed altre recenti iniziative fanno del Parco un’importante sperimentazione di politiche ecologiche in un contesto molto difficile, fortemente antropizzato ed urbanizzato. Politiche che purtroppo non hanno evitato la scandalosa apertura di una discarica temporanea al suo interno, in località Cava Sari, nel caos della famigerata emergenza rifiuti.

Trekking sul cratere del Vesuvio

Escursione sul cratere del vulcano Vesuvio (ph Gianfranco Adduci)Il Parco Nazionale del Vesuvio merita diversi approfondimenti in grado di restituirne al meglio fascino e complessità.
Come punto di partenza per l’esplorazione, non potevamo che scegliere il suo luogo più ambito e visitato: il cratere.
Affacciarsi sull’orlo è un’esperienza da brividi. Le sue altissime pareti interne sono impressionanti. Minerali e licheni donano alla roccia mille forme e colori. In qualche punto si alzano le fumarole, ovvero flebili respiri del magma terrestre. A tratti sembra di attraversare un paesaggio lunare o di un pianeta ai primordi della vita. Per i più curiosi, con le guide vulcanologiche presenti sul posto è possibile scoprire la storia e i segni delle eruzioni, l’evoluzione degli studi sull’attività del vulcano e le sue peculiarità rispetto ad altri.

La penisola sorrentina e Capri visti dal Vesuvio (ph Gianfranco Adduci)L’emozione di camminare sul bordo del cratere è doppia, perché alla visione interna al vulcano fa da contrappunto il magnifico panorama sulla costa partenopea, una vista che spazia dalla Penisola Sorrentina ai Campi Flegrei, dalla Valle del Sarno alla città di Napoli, dal suo arcipelago alla sua cinta metropolitana.
Dall’alto del silenzio del Vesuvio osservi chiaramente l’aggressione dell’uomo alla natura e comprendi l’importanza di preservarla, ti sintonizzi sui ritmi lenti della meditazione e percepisci che laggiù gira tutto troppo veloce!

Risalire il Vesuvio partendo da Ercolano

Una scultura della mostra Creator Vesevo (ph Gianfranco Adduci)Il modo più semplice ed economico per raggiungere il cratere è partire da Ercolano.
La strada asfaltata risale il Vesuvio passando i depositi lavici dell’eruzione del 1944, le sculture della mostra permanente “Creator Vesevo” e l’Osservatorio Vulcanologico Vesuviano, fondato nel 1841, il primo in Italia.
Al piazzale a quota 1.000, l’asfalto lascia spazio al sentiero che risale il Gran Cono attraverso una serie di tornanti molto suggestivi da cui si ammirano anche la cresta del Monte Somma e la Valle del Gigante che lo separa dal Vesuvio. Per accedere al cratere è necessario pagare un pedaggio.

Risalire il Vesuvio in Busvia sulla Strada Matrone

Una via alternativa per raggiungere la cima è la Strada Matrone, storico accesso al vulcano che parte da Boscoreale, chiusa per 30 anni e riaperta nel 2009.
Il sentiero panoramico parte da via Cifelli e si inerpica attraverso fitte pinete e grandi macchie di ginestre: in primavera il versante boschese del vulcano si accende di giallo e di indimenticabili profumi.
Il sentiero è percorribile a piedi ma, prima di intraprendere la risalita, è sempre opportuno accertarsi delle condizioni. Sul cammino, inoltre, è bene fare attenzione al passaggio dei Busvia del Vesuvio che collegano via Cifelli con il piazzale a quota 1.000.
Si tratta di navette per 25 persone a ridotto impatto ambientale, con emissione di gas inquinanti prossima allo zero, quattro ruote motrici e colori che si mimetizzano con quelli della flora locale.
A piedi oppure in navetta ecologica, la Strada Matrone offre un paesaggio davvero unico, sospeso tra mare, foreste incontaminate e vigneti di Lacryma Christi, pregiato vino d.o.c. del Vesuvio, immancabile sulle tavole dei Borboni e dei grandi chef di oggi.
Diverse cantine e aziende offrono visite guidate e degustazioni, di vino e degli altri prodotti tipici del Parco, tra cui il rinomato pomodorino del piennolo del Vesuvio.