Un ponte tra il passato e il futuro di Laviano: un passato raso al suolo dal terremoto del 1980 e un futuro da scrivere nel segno dell’ecoturismo.
Il ponte tibetano di Laviano regala il brivido di camminare sospesi tra due alture, per quasi 100 metri, ad oltre 80 dal fondo di un torrente.
Dal ponte si ammirano bellissimi paesaggi incorniciati dal Vallone delle Conche.
Con un po’ di coraggio, se non soffri di vertigini, guardi il vuoto sotto i tuoi piedi, lateralmente oppure attraverso la griglia sul piano di calpestìo.
Le emozioni aumentano quando il ponte inizia a vibrare, con il passaggio di più pedoni oppure a causa del vento.
Niente di pericoloso, comunque: il ponte è sorretto da robusti cavi in acciaio. Non è una traballante passerella di legno e corde come nei film di Indiana Jones ma una struttura moderna, sicura, leggera e con un basso impatto visivo.
C’è chi lo percorre spavaldo e chi cammina lentamente stringendo i corrimano. La traversata si compie in breve tempo ma il ponte diventa un piacevole pretesto per fare anche altro…
Inaugurato nel 2015, il ponte tibetano ha portato tanti turisti a conoscere un territorio davvero ricco di bellezza.
Laviano, in provincia di Salerno, sorge sul massiccio calcareo dei monti Eremita – Marzano, nell’alta valle del Sele, tra i Monti Picentini e il confine con la Basilicata.
Qui ci sono diversi Siti di Importanza Comunitaria (in particolare il Sic di Monte Eremita) e la Riserva naturale Monti Eremita – Marzano, area protetta che interessa i comuni di Laviano, Valva e Colliano.
Il ponte tibetano si connette ad una fitta rete di sentieri naturalistici, tra boschi secolari, vaste radure e panorami mozzafiato.
Percorsi che intercettano le antiche vie della transumanza e dei commerci con la Puglia.
Le gole sovrastate dal ponte, inoltre, note come la “laguna blu” della valle del Sele, si prestano benissimo ad avventurosi itinerari di canyoning, da intraprendere in compagnia di guide esperte.
E poi c’è il Castello medievale, di origini normanne, i cui resti dominano la rupe dell’Olivella, una delle estremità del ponte. Insieme alla Chiesa di Santa Maria della Libera, il Castello è una delle pochissime testimonianze del paese antico, completamente distrutto dal sisma del 1980.
Diversamente da altri paesi vicini, a Laviano non si è tentato di ricostruire il centro storico. L’abitato è stato delocalizzato in una zona contigua ed il nuovo insediamento è del tutto estraneo a quello preesistente, sia per materiali che per soluzioni architettoniche. Del suggestivo borgo che sorgeva intorno al castello è ancora in piedi solo qualche casa, in condizioni assai precarie. Il resto è nelle foto, nei libri e nei ricordi dei sopravvissuti.
Anche il Castello è stato gravemente danneggiato dal terremoto. Tuttavia, con i fondi POR Campania 2000-2006, nel 2004 sono stati avviati importanti lavori di recupero. Oggi si ammirano il perimetro trapezoidale con le torri angolari, i fossati ed i ponti di ingresso, preziosi portali lapidei, le eleganti cornici di porte e finestre, una corte interna con pozzo in pietra e diversi ambienti collocati su più livelli.
All’interno, in tre sale adibite alla lavorazione di prodotti agricoli, sono presenti pannelli informativi su storia, usi e tradizioni di Laviano, uno spazio dedicato alla proiezione di un documentario, una piccola esposizione di attrezzi antichi ed un plastico del paese prima del terremoto.
Il ponte tibetano, quindi, diventa idealmente un ponte di memoria. Un ponte che conduce ad un luogo fortemente simbolico, un castello rinato a difesa del passato e dell’identità culturale della comunità di Laviano.
Dal Castello si gode di un panorama a 360 gradi sulla valle del Sele, con il complesso montuoso del Terminio – Cervialto sullo sfondo, il passo appenninico di Sella di Conza, il monte Pennone e gli altri rilievi che segnano il confine tra la Campania e la Basilicata.
In zona, inoltre, c’è molto altro da visitare, dal santuario di San Gerardo a Materdomini a quello di Santa Maria della Sperlonga a Palomonte, dalle sorgenti del Sele alle terme di Contursi, dal borgo di Quaglietta a quelli di Cairano e Calitri, dal parco archeologico di Compsa a Conza a quello di Volcei a Buccino, dalla Villa Ayala a Valva alle oasi WWF di Senerchia e del Lago di Conza. Un territorio che sa emozionare. Un territorio tutto da raccontare.
Orari, prezzo e norme per il Ponte Tibetano e il Castello di Laviano
Ingresso al ponte tibetano e al castello: 2 euro
Per informazioni sugli orari e prenotazioni: Associazione Italia Nostra per Laviano, tel. 338 283 31 80 – 392 525 89 99, castellolaviano.sa@gmail.com
Leggi le caratteristiche principali del Ponte Tibetano di Laviano (pannello a cura del Comune di Laviano)
Leggi le norme comportamentali del Ponte Tibetano di Laviano (pannello a cura del Comune di Laviano)
Come arrivare a Laviano
Il casello autostradale più vicino a Laviano, distante circa 30 km, è quello di Contursi Terme, sull’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria.
La stazione delle Ferrovie dello Stato più vicina è Contursi Terme, linea Salerno-Battipaglia-Potenza.
In autobus, da Salerno, con Sita Sud, linea Salerno – Pescopagano.
Dove dormire e dove mangiare a Laviano
> Clicca qui per cercare un ristorante a Laviano e dintorni
> Clicca qui per cercare una sistemazione per dormire a Laviano e dintorni
Fonti bibliografiche:
“Il restauro del castello di Laviano”, di Nora Scirè, edito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Salerno e Avellino
foto di Gianfranco Adduci, tranne la foto delle gole nel Vallone delle Conche, tratta dal sito del comune di Laviano