Sta per nascere un nuovo Presìdio Slow Food in Campania. Si tratta dell’albicocca vesuviana, localmente chiamata “Crisommola“, uno dei vanti dell’agricoltura tradizionale nelle terre del Vesuvio e del Monte Somma. Pellecchiella, boccuccia liscia, boccuccia spinosa, ceccona, palummella, vitillo, fracasso, Portici, San Castese, Puscia, prevetarella: sono le varietà più diffuse fra le oltre quaranta finora censite. Tanti ecotipi concentrati in un territorio ristretto, grazie alla fertilità dei suoli vulcanici e con l’aiuto di microclimi particolarmente favorevoli.
Il dolcissimo sapore, l’intenso profumo e la croccantezza delle albiccocche vesuviane sono note da secoli, non solo in Campania. Eppure le “crisommole” rischiano di scomparire. La forte svalutazione imposta dai mercati agricoli locali rende quasi vano l’impegno dei contadini, costretti a vendere al misero prezzo di 20-30 centesimi al chilo.
La Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, Slow Food Italia e la condotta del Vesuvio hanno ipotizzato da tempo la creazione di un presìdio per le albicocche vesuviane e l’occasione giusta è arrivata con il progetto IPark – Presìdio di Cittadinanza. Proposto dal Consorzio Proodos e finanziato da Fondazione con il Sud, il progetto IPark intende contribuire allo sviluppo socio-economico del territorio del Parco Nazionale del Vesuvio attraverso una serie di azioni coordinate, in partenariato con Condotta Slow Food, CNR-Istituto di Scienze dell’Alimentazione, Associazione l’Altra Napoli onlus, Chiari di Bosco coop. Soc. onlus, Associazione di Protezione “Save me”, Associazione ComuneMente, Alisei soc. coop. Sociale e Vesuvio Natura da Esplorare. Tra i suoi obiettivi c’è anche la costituzione di una “comunità del cibo”, mirata a recuperare e valorizzare i prodotti agro-alimentari del territorio. Il presìdio Slow Food per l’albicocca vesuviana sarà il primo passo simbolico di questo percorso.
Affiancando i contadini nella coltivazione di albicocche, il presìdio contribuisce a tutelare la straordinaria biodiversità delle terre vesuviane e la loro storica vocazione agricola, insieme al paesaggio e al tessuto sociale.
L’albicocca, inoltre, è un prodotto fortemente identitario per l’agricoltura vesuviana. Basti pensare che la maggiore produzione campana di albicocche di alta qualità avviene proprio nel vesuviano e la Campania rappresenta l’area di maggiore diffusione di coltivazioni di albicocca in Italia, a sua volta il principale produttore nel mondo.
“Crisommola” è un termine dialettale che deriva dalle parole greche “chrysus” e “melon”, che insieme significano “frutto d’oro”. Probabilmente il riferimento è alle sue tonalità accese di giallo e arancione. Ma la crisommola vesuviana è un frutto d’oro anche per le sue proprietà nutritive. E con il Presìdio Slow Food, l’augurio è che sia un frutto d’oro anche per la fragile economia dei contadini.
foto in copertina da wikipedia, utente: Guarracino, licenza CC BY-SA 3.0